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GREEN E TRANSIZIONE DIGITALE
Si riporta l’interessante articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica nell’inserto economico Affari & Finanza. L’articolo racconta le strategie di Formazienda per sostenere le imprese e i lavoratori.
Se fare di necessità virtù è stata la frase chiave delle nostre vite dallo scoppio della pandemia di Coronavirus, oggi che comincia a intravvedersi la luce in fondo al tunnel è il momento delle riflessioni. Con l’opportunità di fare tesoro degli insegnamenti appresi in quasi un anno e mezzo di limitazioni agli spostamenti, ma anche con la necessità di sforzarsi per tornare progressivamente alla normalità. Vale per le modalità di lavoro, così come per la comunicazione e per la formazione.
IL RUOLO DEI FONDI INTERPROFESSIONALI
A quest’ultimo proposito, dalla scuola alla formazione professionale, ai corsi individuali, vi è stato in questi mesi un fiorire di offerta veicolata online. Grazie anche alle piattaforme informatiche si è scoperto piacevolmente che molti contenuti possono essere veicolati a distanza. Con il vantaggio di ridurre i costi di spostamento e di fruire delle lezioni quando l’utente è libero da altri impegni. Non mancano, però, i limiti, dalla mancanza delle componenti di linguaggio non verbale allo scambio di opinioni e conoscenze che solo un corso in presenza può garantire. Su questo occorrerà riflettere ad esempio in merito ai fondi interprofessionali, organismi paritetici istituiti dalle associazioni datoriali e sindacali, che indirizzano risorse finanziarie alle imprese con l’obiettivo di sostenere interventi di formazione e aggiornamento continuo dei lavoratori in tutti i settori produttivi. Questi fondi sono identificati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) come gli attori che possono supportare con efficacia le aziende nella fase della ripartenza. La transizione digitale, lo sviluppo della manifattura green e gli obiettivi di inclusione sociale, solo per citare alcuni esempi, potranno essere centrati attraverso un ammodernamento del sistema produttivo che richiede necessariamente un grande investimento sul fronte della formazione delle risorse umane e della costruzione delle nuove competenze. Una prospettiva che per questa estate contempla una grande novità: il ripristino integrale della didattica in presenza dopo i lunghi mesi della formazione a distanza (Fad).
IL BILANCIO E LE PROSPETTIVE
«La formazione a distanza ha svolto un ruolo primario e certamente utile durante il blocco delle attività in aula» riflette Rossella Spada, direttore del Fondo Formazienda al quale aderiscono 110mila imprese per 750mila lavoratori. «Ha consentito alle aziende di continuare a qualificare le risorse umane in un periodo nel quale la richiesta del mercato era attenuata. È stato un lavoro preventivo molto importante. Contestualmente il nostro supporto finanziario ha consentito di dare seguito alla prosecuzione delle attività formative istruendo il personale in merito ai temi strategici della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica».
Fin qui il bilancio di quanto fatto durante l’emergenza sanitaria, ma ora che l’economia sta ripartendo e che le condizioni sanitarie stanno migliorando grazie alla campagna vaccinale e del clima più favorevole è possibile ripristinare la formazione in presenza.
«Si tratta della modalità più idonea per realizzare i percorsi di rinnovamento che le imprese stanno richiedendo con forza e che si traducono molto spesso in un addestramento pratico che ha nell’aula o nel luogo di lavoro i migliori scenari di attuazione: «I mercati sono cambiati durante la pandemia e impongono livelli di efficientamento e di competitività superiori alle imprese con la conseguenza che anche le Pmi e non solo le realtà più strutturate hanno la necessità di ammodernare i modelli organizzativi insieme a tutte le prassi interne di creazione del valore».
Il fondo Formazienda, con sede a Crema, è stato istituito nel 2008 dal sindacato datoriale Sistema Impresa e dal sindacato dei lavoratori Confsal. Nel 2020 ha finanziato i progetti formativi per 30 milioni di euro e formato dalla sua nascita 500 mila persone. Il ritorno alla didattica in presenza prevista per le attività formative spinge il direttore Spada ad avanzare una proposta: «I fondi interprofessionali potrebbero acquisire un ruolo di gestione diretta delle risorse del Pnrr in materia di formazione, oltre a erogare un’azione più incisiva in merito alla certificazione delle competenze. D’altronde, ricorda, i fondi sono già stati investiti «di una forte capacità di iniziativa in riferimento al Fondo Nuove Competenze».