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PIÚ CANDIDATURE DAI GRUPPI DI IMPRESA
Aumentano i progetti formativi presentati dai gruppi d’impresa, le organizzazioni economiche più estese e articolate che integrano al loro interno le attività di molteplici aziende e che usualmente fanno riferimento ad una realtà leader. Il risultato evidenzia l’attrattività del fondo per le realtà economiche più estese e strutturate.
Il fondo interprofessionale Formazienda diventa sempre più attrattivo per i gruppi d’impresa, le organizzazioni economiche più estese e articolate che integrano al loro interno le attività di molteplici aziende e che usualmente fanno riferimento ad una realtà leader. I progetti formativi finanziati nel 2020 hanno superato le 400 unità, come nell’anno precedente, evidenziando però un aumento consistente dei piani di formazione da parte dei gruppi d’impresa. Una tendenza che dimostra come Formazienda risulti sempre più attrattivo per le realtà più articolate e che sta caratterizzando anche il 2021. I 30 milioni stanziati nel 2020, che rappresentano un incremento rispetto ai 25 milioni del 2019, sono stati indirizzati a soddisfare prevalentemente il fabbisogno formativo in merito alle tematiche della digitalizzazione, della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dell’ammodernamento tecnologico in merito ai prodotti e ai servizi. Spiega il direttore di Formazienda Rossella Spada: «L’esito che stiamo riscontrando nasce da una provata esperienza che ci ha consentito di cooperare con i distretti più dinamici del Paese dove le prestazioni rivolte alle Pmi, tutte fondate sulla prontezza della risposta alle domande di finanziamento e alla flessibilità delle procedure, hanno gradualmente convinto i gruppi aziendali più strutturati».
Il fondo si caratterizza per avere una identità intercategoriale dove accanto al settore terziario e alla maggioritaria presenza di Pmi figurano quote sempre più rilevanti di gruppi di azienda e grandi imprese operanti in altri comparti a partire dall’industria e dall’artigianato. Al pari degli altri fondi interprofessionali viene alimentato dal contributo dello 0,30 che le imprese versano all’Inps contro la disoccupazione involontaria e che, liberamente, possono destinare a uno dei 20 fondi presenti sul mercato.
Il mondo dei fondi interprofessionali, dopo il varo del Piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo Draghi ha negoziato con la Commissione europea, è chiamato a svolgere un ruolo preponderante per la ripresa economica come dimostra la decisione di assegnare ai fondi il compito di aprire al mondo produttivo le risorse del Fondo nuove competenze. «La funzione della formazione continua – conclude il direttore Spada – deve rendere possibile l’innovazione delle aziende sulla base di un salto qualitativo in merito a competenze, abilità e mansioni operative. Ma se questa è la prospettiva dell’azienda è altrettanto vero che nella visione dei dipendenti affrontare un percorso di crescita significa rafforzare il posizionamento nell’azienda e nel mercato. La formazione è in grado di esprimere tutte le potenzialità del welfare aziendale sviluppando una più solida coesione nei rapporti di lavoro. Una opportunità che ormai è ampiamente diffusa e praticata dai gruppi d’impresa».