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DA IL SOLE 24 ORE – IMPRESE, PUNTARE SU FORMAZIONE DI QUALITÀ
Per sostenere la fase della ripresa è necessario puntare su una formazione di qualità attraverso la certificazione delle competenze maturate nei percorsi formativi
“Certificare le competenze significa garantire una formazione di qualità per i lavoratori e le lavoratrici dando un contributo importante per colmare una lacuna che accomuna il mercato del lavoro e il mondo produttivo” dichiara Rossella Spada, direttore di Formazienda, il fondo interprofessionale che ha appena emanato l’Avviso 1/2021 per finanziare i piani di qualificazione e riqualificazione dei dipendenti delle aziende aderenti. La dotazione finanziaria è pari a 10 milioni di euro ed è da intendersi come un’azione in continuità con la strategia messa in campo fin dall’inizio della crisi economica indotta dalla pandemia e che ora deve sostenere la fase della ripresa. “Tramite il rilascio di una certificazione specifica – continua il direttore di Formazienda – è possibile riconoscere in modo certo e oggettivo le conoscenze e le abilità maturate a seguito del tragitto formativo. È una modalità utile che permette alle aziende di mappare le competenze in entrata e in uscita rafforzando nel contempo il curriculum personale e il posizionamento del lavoratore all’interno del mercato del lavoro”.
Attualmente sono iscritte a Formazienda quasi 95mila imprese per circa 700mila dipendenti. Il fondo, dal 2008 ad oggi, ha stanziato finanziamenti per 170 milioni di euro erogando oltre un milione di ore di formazione. L’Avviso 1/2021 prevede la certificazione delle competenze tra le priorità capaci di condizionare la valutazione dei piani formativi dando un segnale chiaro in merito alla strategia di Formazienda. La tematica, infatti, è associata ad altri contenuti che sono giudicati dirimenti ai fini dell’uscita dalla crisi quali la competitività tecnologica delle imprese, la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’ammodernamento produttivo e organizzativo sulla base dei criteri dell’industria 4.0, il mantenimento e l’accesso al lavoro da parte delle categorie più fragili, la digitalizzazione dei processi aziendali reputata una componente trasversale ai diversi settori produttivi e alle imprese di ogni scala dimensionale comprese le Pmi.
Si tratta di linee e ambiti di intervento funzionali al raggiungimento degli obbiettivi compresi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza dove il principale fattore di crescita viene individuato nella capacità di recepire la rivoluzione digitale da parte del sistema imprenditoriale. Un traguardo che deve collimare con una crescente e progressiva sostenibilità sul piano ambientale e sociale come peraltro ribadisce la linea verde del Green Deal europeo e soprattutto di Agenda 2030. “La crisi del Covid – continua il direttore Spada – ha imposto un’accelerazione al percorso di transizione verso un’economia digitale dai caratteri sempre più innovativi e competitivi. La nuova conoscenza si manifesta ormai ad un livello di complessità impensabile nel recente passato e la formazione deve essere all’altezza della sfida sia in riferimento alle risorse sia in riferimento alla qualità dei corsi erogati. La certificazione delle competenze si afferma come una necessità che chiama in causa direttamente l’operato dei fondi interprofessionali dai quali dipende la trasmissione di un sapere non teorico ma funzionale alle esigenze produttive”.
Il Pnrr ha evidenziato l’importanza dei fondi per trasformare l’Italia in un Paese innovatore indicando nella formazione delle risorse umane il motore della rinascita economica e produttiva. Le riforme inerenti la tecnologia, le regole e gli standard richiedono a monte un lavoro capillare e innovativo sul fronte della costruzione delle competenze più idonee e aggiornate. “Con l’Avviso 1/2021 – conclude Rossella Spada – abbiamo dimostrato di voler dare il nostro contributo nel più ampio contesto della ripartenza senza interrompere il legame con alcuni documenti d’indirizzo capaci di condizionare le politiche nazionali ed europee relative alla formazione continua. Il Pnrr approvato dal governo in collaborazione con la Commissione UE e Agenda 2030, per esempio, seguitano ad ispirare le finalità e gli strumenti delle nostre azioni che hanno il compito di ridare competitività imprenditoriale al Paese aumentando simultaneamente i livelli dell’occupazione e dell’occupabilità. Politiche industriali e politiche attive devono procedere congiuntamente sostenendosi a vicenda per ottenere lo scopo di spingere l’economia italiana fuori dal perimetro della crisi inaugurando una stagione di grande e proficuo cambiamento”.