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FORMAZIONE PER FIDELIZZARE I DIPENDENTI
Il lavoro nella fase post pandemica ha visto aumentare le dimissioni dal posto di lavoro. In Italia oltre 2 milioni di casi solo nel 2022. Il direttore generale di Formazienda, Rossella Spada: “Per motivare le persone e non rassegnarsi allo stato di fatto, con il rischio di generare rischi e squilibri strutturali, è importante puntare sempre di più sulla leva formativa”
Il lavoro nella fase post pandemica sta mostrando problematiche inedite come l’incremento del numero di dimissioni in ogni settore economico. Un fenomeno che vede sempre più persone dimettersi dal posto di lavoro e iniziare un nuovo tragitto. La ricerca di condizioni migliori sul piano retributivo e della carriera si associa, quasi sempre, al perseguimento di una strategia di vita che richiede un maggiore benessere. Più tempo libero, più formazione e la possibilità di vivere un ambiente professionale capace di garantire una più equa conciliazione tra i ritmi dell’esistenza quotidiana e del lavoro sono gli aspetti che oggi sono richiesti in modo diffuso.
“La pandemia – commenta il direttore generale di Formazienda Rossella Spada – ha cambiato radicalmente la modalità di intendere il lavoro. Quando si palesa una ripresa rapida, come è quella che stiamo vivendo in diversi comparti, usualmente aumentano le dimissioni dai precedenti impieghi e le attivazioni di altri percorsi. Ci sono più opportunità di cambiamento. Ma i numeri del fenomeno, oggi, dicono che è intervenuto un nuovo fattore strettamente collegato allo shock dell’emergenza dovuta al Covid. Per non rassegnarsi allo stato di fatto, con il rischio di generare rischi e squilibri strutturali, credo sia importante puntare sempre di più sulla leva formativa. Le aziende che promuovono la crescita delle competenze sono individuate come realtà che hanno davvero a cuore i progetti di vita e di lavoro dei dipendenti. La formazione finanziata, in questa prospettiva, rappresenta una risposta concreta e immediata che può spingere le imprese a fidelizzare le persone non disperdendo un bagaglio prezioso di conoscenze. L’azione dei fondi interprofessionali diventa strategica ed è simultaneamente utile ai datori di lavoro e ai dipendenti perché individua un punto di sintesi per soddisfare in modo complementare le diverse esigenze”.
Le ‘dimissioni di massa’ sono il riflesso di un atteggiamento ormai conclamato nel mercato del lavoro italiano. Un approccio rintracciabile anche in Europa e negli Stati Uniti. Per i datori di lavoro il fenomeno si traduce in una situazione di difficoltà in quanto non riescono a beneficiare del valore prodotto dai profili dotati di competenze strategiche per la creazione del valore aziendale. Solo nel 2022 il sistema imprenditoriale italiano ha dovuto affrontare oltre 2 milioni di dimissioni.
Ma la crescita delle dimissioni volontarie non rappresenta la sola criticità nello scenario della ripresa. Questa si aggiunge all’aumento dei posti vacanti. Nel nostro Paese ed in tutta Europa, compresa la Germania e le avanzate economie del Nord, i posti di lavoro in attesa di essere allocati restano in sospeso poiché le aziende non trovano candidati adeguati o interessati. Un fenomeno che coinvolge settori rilevanti sul piano occupazionale: ristorazione, commercio, costruzioni, industria.
“Politiche attive, interventi di welfare aziendale e soprattutto azioni formative – interviene Spada, a capo della struttura tecnica di un fondo interprofessionale che dal 2008 ha stanziato oltre 200 milioni di euro per formare 500mila persone – sono indispensabili. Il dialogo con le aziende e le strutture formative deve essere sempre aperto. Sono il braccio operativo che permette di trasferire le competenze digitali, tecnologiche e green richieste dal Pnrr nell’economia reale. Formazienda interloquisce con i propri stakeholder tramite i conti aziendali, di rete e anche di sistema rispondendo al fabbisogno formativo delle realtà imprenditoriali in modo trasversale sia in relazione alla specificità del settore sia in relazione alla scala dimensionale. Gli enti di formazione, per accedere al nostro repertorio, devono soddisfare requisiti selettivi di qualità. Ogni persona deve trovare la possibilità di qualificarsi e riqualificarsi al meglio. Le certificazioni devono concludere il percorso di formazione così da oggettivare le conoscenze acquisite facilitando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La formazione finanziata stabilita dalla legge 388 del 2000 offre ancora una grandissima opportunità non solo per sviluppare competitività, occupabilità e occupazione ma anche per reagire con efficacia e responsabilità davanti ai mutamenti del mercato aiutando la manodopera e le imprese ad affrontare con successo le sfide più urgenti”.